vago1
[và-go]
(pl. m. -ghi; f. -ga, pl. -ghe)
A
agg.
1 Che non è certo, sicuro, chiaro, determinato: un v. sospetto; un v. indizio; vaghe speranze; una vaga impressione di pericolo; idee molto vaghe; discorso v.; parlare in modo v.; sei stato troppo v. nelle tue promesse
‖ SIN. indeterminato, indefinito, generico
2 lett. Che vaga, mobile, instabile: la sorte vaga; le vaghe onde
3 lett. Desideroso, voglioso: delle femmine era così v. come sono i cani de' bastoni Boccaccio
‖ Appassionato, amante: anima vaga della pace campestre
‖ raro Fare, rendere vago qualcuno di una cosa, farlo invaghire di essa
4 lett. Leggiadro, grazioso, soave, ameno: cantan fra i rami gli augelletti vaghi Ariosto; vaghe armonie; vaghi paesaggi
‖ Piacevole, amabile da ricordare; degno di rimpianto: i vaghi giorni della gioventù
5 ANAT Nervo vago, nervo encefalico con funzioni miste, sensorie, motorie e vegetative, che ha origine dal solco laterale del midollo allungato discendendo nel collo e nel torace, fino allo stomaco, e diramandosi a innervare numerosi organi
B
s.m. (f. -ga solo nel sign. 3)
1 Ciò che è vago, incerto, non chiaro: il discorso cade spesso nel v.
2 lett. Ciò che è bello, leggiadro; leggiadria, grazia: il v. dei suoi occhi
3 raro, lett. Colui che corteggia; innamorato, amante: vedi tu quello scioccone? Egli è il mio v. Boccaccio
4 ANAT Nervo vago
C
come avv.
1 Genericamente, in modo impreciso, non chiaro: parli troppo v.
2 non com. Leggiadramente: oratore è colui che sopra ogni cosa proposta può dire v. e adorno Davanzati
‖ dim. vagùccio