sé
A
pron. person. di 3ª pers. m. e f. sing. e pl., (forma tonica dei pron. lui, lei, loro)
1 Si usa in vari compl. riferito, con valore riflessivo, al soggetto della proposizione: pensa sempre e soltanto a s.; si preoccupa solo di s.; lo nasconde bene, ma dentro di s. soffre molto; non fa che parlare di s.; non guarda mai dietro di s.
‖ rafforz. Anteposto a stesso (scritto di solito senza accento: se stesso) o medesimo: ah l'uomo che se ne va sicuro, / agli altri ed a s. stesso amico Montale; lodano solo s. stessi
‖ A sé, a sé stante, a parte: è un problema che va esaminato a s.
‖ Dentro di sé, fra sé e sé, nel proprio intimo
‖ Di per sé, in sé, in sé stesso, considerando qualcosa indipendentemente dalle altre, nella sua essenza: la questione di per s. non è troppo grave; la cosa in s. non dovrebbe turbarti
‖ Essere chiuso in sé, avere un carattere introverso
‖ Essere in sé, nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali
‖ Essere pieno di sé, orgoglioso, presuntuoso
‖ Fare qualcosa da sé, senza l'aiuto di nessuno
‖ Non essere in sé, essere fuori di sé, non essere nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali
‖ Non stare in sé, non riuscire a controllare le proprie emozioni e reazioni
‖ Ritornare in sé, riprendere conoscenza; estens. tornare in possesso delle proprie facoltà mentali
‖ Tenere qualcosa per sé, non parlarne con nessuno, tenerla segreta
‖ Uscire di sé, perdere il senno
‖ Va da sé che, è ovvio che: va da s. che le spese di spedizione sono a carico del cliente
‖ lett. Far parte per sé stesso, agire indipendentemente da altri, senza aderire ad alcun partito o fazione
2 Si usa come compl. ogg., al posto del pron. atono si per rafforzare il valore rifl. del verbo: cerca sempre di tutelare s. stesso; non ama che s. stesso
B
come s.m.
La propria interiorità, la propria coscienza