cascare
[ca-scà-re]
(càsco, -schi, càscano; cascànte; cascàto)
v. intr. (aus. essere)
1 fam. Andare giù con forza, per effetto del proprio peso; cadere, spec. improvvisamente: c. giù; c. a terra; c. lungo disteso; c. morto
‖ Lasciarsi andare giù di peso: cascò sulla poltrona; c. a sedere
‖ fig. Cascare addosso, capitare improvvisamente, di evento o esperienza sfavorevole
| Cascare dalla fame, dal sonno, dalla stanchezza, non farcela più dalla fame, dal sonno, dalla stanchezza
| Cascare bene, male, finire in una situazione positiva, negativa
| Cascarci, cadere in un tranello; prendere un abbaglio
| Cascare a pezzi, di persona, essere stanco morto; di cosa, essere in pessimo stato, logoro
| Cascare dalle nuvole, restare sbigottiti
| Cascare dalla padella nella brace, finire di male in peggio
| Cascare di dosso, di abiti, essere troppo larghi
| Cascare in piedi, uscire senza danni da una situazione difficile
| Cascasse il cielo, il mondo, a qualunque costo
| Far cascare le braccia, far restare avviliti, costernati
| Far cascare una cosa dall'alto, concederla con degnazione
| Nemmeno se cascasse il mondo, a nessun patto
| Non casca il mondo, non è una cosa grave
| Qui casca l'asino, qui sta la difficoltà
2 Distaccarsi, spec. per causa naturale: gli cascano i capelli; in autunno cascano le foglie
3 Andare a finire: c'è un solo cinema in paese, e tutti cascano lì
‖ fig. Andare a cascare, a finire: non capisco dove voglia andare a c. con questi discorsi
4 lett. Di acqua, scorrere con forza verso il basso