veleno
[ve-lé-no]
ant. veneno
s.m.
1 Sostanza tossica che, assorbita da un organismo vivente, può produrne la morte o arrecargli un danno grave: il v. di certi serpenti, dello scorpione; il v. della cicuta, dell'aconito; l'arsenico è un potente v.; uccidere, uccidersi con il v.; inoculare v.
‖ Amaro come il veleno, amarissimo
‖ SIN. tossico
2 Sostanza o vivanda molto nociva alla salute: l'alcol, il tabacco sono veleni per tutti; è un cibo troppo pesante, per me è v.
‖ fig. Andare in veleno, di cibo che per cattiva digestione, o più spesso per dolore, affanno e sim. risulti sgradevole e dannoso: a Renzo quel poco mangiare era andato in tanto v. Manzoni
‖ Che gli faccia veleno, che gli diventi veleno, imprecazione a danno di qualcuno, con allusione spec. a guadagni o a benefici e onori non meritati o disonesti
3 iperb. Sostanza di sapore amaro o ingrato: un vino acido, un vero v.
4 estens., non com. Puzzo, fetore: ogni passo che fanno nell'andito, senton crescere un tanfo, un v., una peste Manzoni
5 fig. Forte sentimento che cova, che tormenta e consuma: il v. dell'invidia, della gelosia, della diffidenza, del sospetto
6 fig. Odio, malanimo, acrimonia, rancore: è un uomo pieno di v.; ha molto v. contro di noi; parole piene di v.
‖ Avere il miele sulla bocca e il veleno nel cuore, usare parole gentili per nascondere l'odio
‖ Avere il veleno in corpo, essere pieno di livore
‖ Intingere la penna nel veleno, scrivere una critica particolarmente caustica, astiosa
‖ Mangiare pane e veleno, covare astio senza poterlo sfogare
‖ Mangiare, masticare veleno, rodersi di rabbia
‖ Sputare, schizzare veleno da tutti i pori, essere particolarmente astiosi
7 fig. Allusione maliziosa o maligna contenuta in una frase, un verso e sim.: ben conobbi il velen dell'argomento Dante
‖ PROV. Nella coda sta il v., la fine di una cosa è sempre la parte più difficile
| PROV. Morta la serpe spento il v., a mali gravi rimedi radicali
‖ dim. velenùccio
| pegg. velenàccio