cristallo
[cri-stàl-lo]
s.m.
1 Vetro pregiato incolore, fragile, trasparente e ad alto potere rifrangente, composto da una miscela di silice, carbonato di potassio e ossido di piombo, fusa ad alta temperatura: bicchieri di c.; lampadario di c.
‖ estens. Oggetto di cristallo in genere: i cristalli da tavola esposti nelle vetrine
‖ Cristallo di Boemia, pregiatissimo perché particolarmente leggero, resistente e sonoro, in origine prodotto in Boemia, a partire dal sec. XVI
‖ Cristallo infrangibile, di sicurezza, formato da lastre più spesse di cristallo, sottoposte a trattamenti che impediscono la formazione di schegge in caso di rottura
‖ Cristallo temprato, sottoposto a un trattamento di tempra che ne riduce la fragilità
‖ Mezzo cristallo, varietà più scadente di cristallo, in cui una parte del carbonato potassico e dell'ossido di piombo è sostituita da altre sostanze
2 estens. Lastra di vetro: i cristalli delle finestre; il c. dell'orologio
3 raro, lett. Specchio: le faci a mille e mille / s'addoppian ne' cristalli Pindemonte
‖ Bicchiere
‖ Lente: li cristalli del telescopio Galilei
4 fig., poet. Acqua limpida, ruscello: acque stagnanti, mobili cristalli Tasso
‖ Cielo terso: immenso c. ceruleo D'Annunzio
‖ Astro lucente
5 MINER Corpo che si è solidificato naturalmente in una forma geometrica definitiva, anisotropo e omogeneo quanto a composizione chimica e struttura fisica: cristalli di zolfo, di pirite
‖ Cristallo di rocca, quarzo purissimo limpido e trasparente usato per la costruzione di strumenti ottici
‖ Cristalli liquidi, sostanze fluide ad alta anisotropia che, per l'estrema sensibilità delle molecole che le compongono alle variazioni di temperatura, pressione, campo elettrico, sono usate negli orologi digitali, nelle calcolatrici e nei display delle apparecchiature elettroniche per le formazioni di cifre, lettere e immagini